I miei clienti

Traslocare: quando iniziare?

In quest’ultimo mese ho aiutato due signore a fare i rispettivi traslochi. Due operazioni uguali, due modi di affrontare la cosa completamente diversi.

Nel primo caso Silvia e Giorgio si trasferivano da una casa molto grande nel pinerolese ad un ad un appartamento molto più piccolo a Torino. Nel secondo Giovanna si spostava da un appartamento ad un altro un po’ più piccolo.

Nicoletta e Agnese

Nicoletta, la mamma di Agnese, era una donna molto forte. Nata a metà degli anni 30 aveva sposato un suo compaesano a 24 anni, dal quale aveva avuto tre figli. Non è stato un matrimonio felice: ben presto Nicoletta si era resa conto della debolezza del marito, ma i tempi non erano maturi per poter divorziare come avrebbe voluto. Ciò nonostante è riuscita a coronare quasi tutti i suoi sogni: ha comprato la casa in cui vivevano, ne ha acquistata un’altra in montagna per passare i fine settimana, ha aiutato i figli a “sistemarsi”, facendoli studiare e accompagnandoli nelle loro vite. Stanca di lavorare come colf ad un certo punto ha deciso di andare in fabbrica, a dispetto del diniego del marito. A 50 anni, lei che aveva frequentato solo la terza elementare, ha voluto prendere la patente per essere indipendente e, nonostante lo scetticismo del marito, ci è riuscita al primo colpo. Poi, purtroppo, un cancro l’ha stroncata nel giro di qualche anno di tormenti e dolori. Aveva solo 66 anni.

Quando il disordine prende il sopravvento

Alessio e Simona abitano in una bella casa semi-indipendente a due passi da Monopoli. Hanno due figli: Roberto di 15 anni e Giada di 12.

Lui è un libero professionista; lei al momento non ha un lavoro fisso, ma è in attesa di una risposta (quasi sicuramente positiva) per un posto fisso in un’azienda statale per il quale ha dovuto rimettersi sui libri con un certo impegno.

Chiedimi se ti puoi permettere un Professional Organizer

Gianluca è un ingegnere in pensione con un figlio disabile da accudire giorno e notte.

Un giorno, al limite della disperazione, mi ha chiamata perché non riusciva più a sopportare il disordine nei documenti che nel coso degli anni si erano “sedimentati” in una stanzetta che aveva adibito a studio, ma che presto era diventata un magazzino dove riporre qualunque cosa non sapesse dove mettere.

La sottile linea tra il cliente e l’amico

Ho cambiato le foto dei miei profili social. Me le ha rifatte un… cliente! Già perché Dario Egidi non è solo un bravissimo fotografo, che a me piace molto, ma è anche un cliente e, ormai lo posso dire, un amico.

L’archivio domestico di Giulia

Il mio è un lavoro vario e ricco di incontri interessanti. Qualche mese fa ho tenuto un corso su come mettere a posto la scrivania, al quale ha partecipato una simpatica ottantenne, attentissima ma anche un po’ scettica sulle sue capacità di ricordare tutti i passaggi e le istruzioni che le indicavo. Così ha deciso di chiamarmi per darle “lezioni” private di organizzazione, o meglio per darle una mano in quello che lei ritiene un disordine inaudito.

Elio Pastore

Elio Pastore è un artista che conosco da quasi vent’anni. Ci siamo conosciuti in occasione di qualche mostra e a me lui è subito piaciuto sia dal punto di vista “umano” che da quello artistico. Ne è nata, come spesso succede, una bella amicizia, durante la quale abbiamo visitato mostre, ci siamo scambiati opinioni e critiche, abbiamo condiviso conoscenze e letture.

La scuola di counseling

Monica Smith è la presidente dell’Hamsa Academy, una scuola di counseling che basa il suo insegnamento sulla teoria di Ken Wilber, il filosofo americano contemporaneo più tradotto al mondo la cui Visione Integrale è in pratica una mappa che permette di orientarsi all’interno della realtà, risolvendo le contraddizioni che quotidianamente si incontrano nel complesso mondo in cui viviamo.

Il tempo di Rita

Rita ha un bambino di 4 anni, un lavoro che la porta fuori casa dalle 7 del mattino alle 4 del pomeriggio e un compagno che lavora ad un’ora di macchina dalla loro abitazione e che, per portare il figlio all’asilo, fa un orario che lo tiene fuori dalle 8 alle 20.

La medica e l’intramoenia

Da circa un anno seguo una medica (… non è un errore! Medico al femminile si dice medica, parola dell’Accademia della Crusca!) per la sua libera professione intramoenia. Da un po’ di tempo, infatti, prendere gli appuntamenti per le visite private era diventato per lei un vero e proprio fastidio,